venerdì 31 maggio 2013

Gli esami non finiscono mai

Ciao a tutti.

Mentre sulla nostra penisola il tempo è più variabile che mai, alternando sprazzi di sole a piogge e grandinate improvvise e violente, il circo della MotoGP è arrivato al Mugello, circuito bello e tecnico, che rappresenta il primo crocevia di questo campionato del mondo 2013.

In questo momento le Honda sembrano averne più delle Yamaha, che dopo una prima esaltante doppietta in Qatar hanno faticato non poco (e senza grossi risultati) a tenere il passo della coppia iberica Pedrosa - Marquez che, entrambi in stato di grazia, hanno lasciato a Lorenzo e Rossi (oggettivamente spaesato in questo momento) solo le briciole.

La Ducati d'altro canto afferma di stare facendo passi avanti e i piloti si dicono fiduciosi nel progetto avviato in collaborazione con la nuova proprietaria Audi, ma di fatto i distacchi sono molto simili a quelli dello scorso anno, solo che la scorsa stagione Rossi era un brocco che non aveva voglia, mentre quest'anno Dovizioso è un eroe che fa tutto il possibile, e la cosa fa sorridere non poco.

Hayden è lo stesso degli ultimi 6 anni, ormai a fine carriera ha pronto un contratto da autista per le auto di rappresentanza dei vertici Ducati, pensione garantita e auto in comodato d'uso gratuito, vi sembra poco?

Crutchlow sta andando fortissimo, ma sta parlando anche tantissimo, talmente tanto che lo stesso Poncharal pare stia contrattando per avere Espargarò al suo posto il prossimo anno, ma nel frattempo ce lo godiamo così, pazzo e talentuoso, simpatico e irriverente (almeno lui ogni tanto ride).

Tutti gli altri fanno da contorno, Bradl qualche volta riesce ad infilar si nella bagarre per qualche giro prima di gettare la spugna e accontentarsi della pagnotta, Espargarò ormai è perennemente il primo delle CRT e pure di qualche Ducati, dimostrando di avere talento e che Aprilia le moto da corsa le sa fare eccome, Iannone fa quello che può, Spies ormai arriva dopo la safety car, e dovrebbe chiedersi se  non sia il caso di fare un passo indietro e tornare in SBK.

In tutto questo scenario il Mugello è un primo esame per tutti, infatti questo weekend le Honda hanno la concreta possibilità di iniziare una fuga che sarebbe difficilmente arginabile, le Yamaha devono cercare di stare davanti per riprendere in mano il pallino e dare un segnale forte, Ducati corre sul circuito di casa, e può e deve cercare di inserirsi come terzo incomodo, almeno qui; tutti gli altri devono fare colore.

Se poi parliamo di piloti il discorso si complica:

  • Pedrosa : è la prima guida Honda, ma il suo compagno ha deciso di saltare l'anno di ambientamento e gli ha fatto subito capire che non sarà facile stargli davanti, va detto però che nell'ultimo anno Dani è migliorato tantissimo sul piano psicologico
  • Marquez: non ha bisogno di commenti, ha talento, è un entusiasta, ha le palle ed è intraprendente, forse abbiamo un nuovo motivo per seguire la MotoGP per i prossimi 10 anni
  • Lorenzo: lo scorso anno ha vinto meritatamente facendo il ragioniere nella seconda parte di campionato e amministrando le vittorie della prima parte, ma quest'anno è già in difficoltà e quando sei dietro i conti non si fanno
  • Rossi: dopo il Qatar sembrava rinato (ci avevo creduto fortissimo), poi ha dimostrato di essere comunque in difficoltà, sa ancora guidare ovviamente, ma non è più (ovviamente) il cannibale di una volta, sono molto curioso di vedere come reagirà a questa nuova consapevolezza
  • Dovizioso: fa le stesse dichiarazioni di Rossi un anno fa, ma i ducatisti lo considerano il salvatore della patria, contenti loro. Va detto comunque che è un ottimo collaudatore e un professionista serio, e con molto più manico di Hayden
Voi che ne pensate? Vi rivedete in questa analisi o la pensate diversamente? Vi sta piacendo questo campionato o vi esaltavate solo quiando c'era Stoner, o addirittura la MotoGP è morta con l'entrata in vigore dei motori a quattro tempi?

Rispondetemi e fatemi sapere la vostra opinione, ma soprattutto buon weekend e buona MotoGP, che sia divertente e che tutti diano del gran gas!!!

Lamps



martedì 28 maggio 2013

La regola del rispetto

Ciao a tutti.

Stamattina, mentre aspettavo un cliente, ho dato un'occhiata ad un famoso sito di motociclismo, e il primo servizio parlava di un incidente mortale successo a Yoshinari Matsushita durante una sessione di prove del Tourist Trophy (o semplicemente TT), famosissima gara che si svolge ogni anno sull'isola di Mann lungo un percorso cittadino ed extra urbano, quindi senza protezioni, barriere o vie di fuga.
Questa competizione dura una settimana e vede partecipanti di tutte le categorie, dai semplici privati che vogliono cimentarsi in una gara dal grande fascino, fino alla manche della domenica, che vede partecipare piloti professionisti in sella a moto ufficiali.

Matsushita è uscito di strada a causa del bagnato ed è praticamente morto sul colpo, e va ad aggiungersi alla lunghissima schiera di piloti che negli anni hanno trovato la morte in questo evento, che da alcuni viene definito quasi cavalleresco e adatto solo a piloti e uomini veri, mentre da altri come una corsa ormai obsoleta e insensata che vive soltanto dei fasti del passato, e che quindi andrebbe abolita.

Ovviamente sotto a quell'articolo c'erano già decine di commenti di gente che mostravano i loro rispetti per la famiglia del pilota, altri che sostanzialmente dicevano che in fondo in quella gara si può morire e che i piloti lo sanno, altri che ne chiedevano l'immediata soppressione definendola barbara e senza senso.

Forse qualcuno di voi ricorderà un'intervista a Valentino Rossi di un paio di anni fa in cui diceva che lui il TT non lo avrebbe mai corso, considerandolo solo un rischio inutile che nulla avrebbe aggiunto alla sua carriera di pilota, tirandosi addosso le ire dei suoi detrattori che gli diedero della "checca" perchè il suo collega Agostini ai bei tempi ne aveva vinti 10.

Ed è proprio da qui che parte la mia riflessione.

Credo che sia Rossi che Agostini avessero ragione, e credo che il TT sia davvero una contraddizione in termini, e che come tutte le contraddizioni o si odia o si ama, a volte contemporaneamente.

Rossi ha tutto il diritto di non volerla correre senza per questo sentirsi una "checca", poichè visto il suo palmares credo che nessuno di noi "piloti occasionali" possa permettersi di criticare una scelta fatta con la testa da una persona che ha fatto del metodo e della precisione il suo credo, e che in maniera molto onesta ha semplicemente detto che in una competizione del genere i rischi superano di gran lunga  i riconoscimenti.

Agostini d'altra parte ha tutto il diritto di fregiarsi del fatto di averne vinti 10, poichè evidentemente per lui la soddisfazione di entrare nel novero di quella manciata di piloti abituati a pompare adrenalina e a  vivere sul filo di lama valeva assolutamente il rischio concreto di lasciarci le penne.

Io penso che la moto fa sentire vivi, ma in moto si può anche morire, e il TT incarna entrambe le anime di questa frase, e credo che chi fa il pilota di professione sappia sempre che il rischio di non tornare a casa la sera è alto, a volte di più, a volte di meno, ma li accompagna sempre; ed è per questo che meritano rispetto.

Non comprensione o idolatria, ma neanche disprezzo o cinismo, semplicemente rispetto.

Lo stesso rispetto che dobbiamo a tutti coloro i quali hanno avuto il coraggio, la fortuna e la bravura di poter vivere della propria passione, specialmente quando quella passione si traduce in sport estremi o pericolosi; e non mi venite a dire che però quelli guadagnano i milioni e quindi se muoiono amen, perchè i milioni non te li porti nella tomba, al massimo ci paghi un gran bel funerale.

E il mio parere è che il TT merita di continuare la sua lunga, gloriosa e triste storia, perchè in fondo la sua obsolescenza e i suoi rischi fanno parte del suo inconfondibile fascino (alzi la mano che di voi non vorrebbe andarci almeno una volta nella vita, io vorrei eccome), e i piloti, dall'ultimo dei privati al primo degli ufficiali, che vanno a parteciparvi ne conoscono i rischi, sanno che potrebbero non tornare, ma sanno anche che se tornano, avranno fatto un'esperienza unica e irripetibile, un'esperienza che fa venire i brividi freddi anche a molti piloti professionisti, un'esperienza che potranno raccontare con orgoglio e di cui potranno sempre fregiarsi dicendo: "io l'ho fatto".

Senza giudizi e senza retorica, senza frasi fatte o commenti sarcastici, senza pietismo o indignazione.

Soltanto rispetto.

Lamps







lunedì 27 maggio 2013

il meraviglioso mondo del tuning pt.1: cosa ne pensate voi

Ciao a tutti, visto che sto preparando un articolo "tecnico" che riguarda il tuning dei nostri mezzi, sia estetico che meccanico, che mi sta prendendo più tempo del previsto, poichè la regolamentazione è piuttosto fumosa e non vorrei fare figuracce, oggi vi beccate un post riempitivo!!!

Che dovrete riempire voi ovviamente.

L'argomento rimane lo stesso, ma oggi sono io a chiedere il vostro aiuto, ovvero vorrei che mi diceste cosa avete fatto per migliorare, o semplicemente abbellire la vostra moto o il vostro scooter, perchè da quello che sto leggendo in giro potrebbero esserci parecchie sorprese.

Innanzitutto vorrei sapere che tipo di motociclisti siete (ovvio che chi ha un GS avrà optato per modifiche diverse rispetto a chi ha un CBR piuttosto che un T-max), come vivete la moto, quanti km fate, da soli o in coppia, sgassate domenicali o vacanze complete, e poi cosa avete modificato del vostro mezzo e per quale motivo; e soprattutto se le modifiche fatte hanno sortito gli effetti desiderati in partenza (eh si ragazzi, perchè a volte l'aspettativa è una gran fregatura).

Per facilitarvi il compito inizio io, il resto lo dovrete fare voi:


  1. MOTO: Triumph Tiger 1050
  2. TIPOLOGIA DI MOTOCICLISTA: mototurista, ma a volte la vena si chiude a tutti
  3. COME VIVI LA MOTO: ci vivo sopra, appena posso salgo in sella e le mie ultime vacanze sono state tutte su due ruote
  4. QUANTI KM ANNUI: dai 15.000 ai 20.000
  5. DA SOLO O IN COPPIA: viaggi lunghi quasi sempre solo, ma per fortuna la mia fidanzata è un ottimo passeggero e spesso mi segue paziente nei miei giri domenicali
  6. GITA DOMENICALE O VIAGGI LUNGHI: entrambi, purchè ci siano le curve, buona compagnia e buon cibo...
  7. MODIFICHE E MIGLIORAMENTI MECCANICI: non ho mai toccato motore e centralina, perchè non credo che per il mio utilizzo ce ne sia bisogno, ma da quando la possiedo ho sostituito mono posteriore (la migliore idea della mia vita) con uno un pò più performante, terminale di scarico (solo per peso e sound), barre paramotore e faretti di profondità (le prime per sicurezza, i secondi pure), olio forcella, e per finire qualche comfort in più come presa accendi sigari e traversino portanavigatore fatto a mano da mio padre.
  8. MODIFICHE E MIGLIORAMENTI ESTETICI: devo ancora metterci le mani per bene, comunque per ora abbiamo manubrio piega bassa e manopole after market, ma per questa estate è prevista la riverniciatura dei cerchi, del cupolino e del codone
Facile no? Adesso non vi resta che ammazzare il tempo rispondendo a queste sette domandine facili facili e che vi consentiranno di fare un pò gli esibizionisti, perchè in fondo a chi non piace vantarsi con degli sconosciuti della propria moto?

A presto con il mio reportage, nel frattempo

Lamps







giovedì 23 maggio 2013

Moto lucida VS moto lurida

Non so da dove mi leggete, ma qui nel cuore verde d'Italia piove a dirotto praticamente da sette mesi, e  non sembra voglia smettere, anche questo fine settimana ha messo acqua a secchiate e quindi niente moto (anche perchè, almeno io, ho le gomme alle tele e il nuovo treno arriverà solo a metà della prossima settimana).

E mi sarei anche un pò rotto le palle, per inciso.

Ma visto che il tempo è quello che è, e contro il meteo non si combatte, questo weekend coccolerò la mia fedele compagna di viaggi con una serie di trattamenti quali:

  • lavaggio completo a mano con shampoo specifico e spugna comperata nuova per l'occasione
  • pulitura e sgrassaggio cerchi
  • asciugatura con guanto in pelle di daino
  • pulitura scarico e collettori
  • cera
  • ingrassaggio catena
Sono esagerato?
Forse, ma la verità è che mi diverto un mondo a pulire e lucidare la mia moto, è una cosa che mi rilassa incredibilmente e mi rimette in pace col mondo, ma è anche una di quelle cose che non faccio molto spesso, perchè quando mi è possibile preferisco guidare piuttosto che lucidare; ma quando lo faccio, e dopo aver finito la guardo con ancora lo straccio sulla spalla e le mani sporche di grasso, mi rendo conto di quanto dia soddisfazione.

E a volte, dopo un tale trattamento, sembra quasi funzionare meglio, come se quello che le abbiamo fatto l'avesse rigenerata; un pò come quando noi ci regaliamo un massaggio o un trattamento termale, semplicemente ci rimette al mondo.

Ma prima che chiamiate il CIM e facciate chiudere questo neonato blog, vorrei sapere da voi come vi piace coccolare la vostra moto o il vostro scooter, se avete dei riti, o se non ne avete affatto, se vi limitate a guidarla e vi piace vederla sporca e vissuta o se siete dei maniaci della pulizia.

Fatemi sapere, voglio capire se sono pazzo da solo o se sono in compagnia.

Lamps.




martedì 21 maggio 2013

L'insostenibile leggerezza dell'essere (motociclista)

Domenica, dopo quasi un mese di astinenza, e nonostante qui dalle mie parti piovesse, mi sono svegliato di buon'ora, e dopo essermi vestito e aver infilato l'antipioggia, sono partito in moto alla volta della Toscana, dove avrei incontrato il sole e degli amici con cui avrei condiviso un pò di curve e un buon pranzo.

I miei amici e compagni di viaggio venivano in parte dalle Marche e in parte da Roma, ci siamo incontrati nel classico ritrovo di motociclisti in cima al valico di Viamaggio, e dopo quattro chiacchiere e una colazione di rito, siamo partiti tutti insieme alla volta del ristorante che ci avrebbe ospitato a pranzo.

Arrivati nel parcheggio ho notato subito una cosa che cui prima non avevo mai prestato molta attenzione, ovvero la grande varietà di mezzi del nostro "club": c'erano KTM, Aprilia, Triumph, l'immancabile BMW, Ducaud... scusate Ducati, una bellissima Kawa old fashion e addirittura due Victory (una chopper classica e un transatlantico da 1800 cc che secondo me paga l'IMU); e ho pensato: "è proprio vero che due ruote e un motore uniscono un sacco di gente".

E così è stato.

Come al solito il pranzo è trascorso nel migliore dei modi, abbiamo visto e commentato la motoGP, abbiamo parlato di moto (ovviamente), di progetti, di vacanze e di lavoro, abbiamo fatto in modo che per almeno una giornata fosse la nostra passione e non i nostri doveri o le nostre preoccupazioni a scandire il ritmo; e più il tempo passava più mi rendevo conto di quanto la moto (come tutte le passioni vere e genuine) sia in grado di unire e mettere alla stessa tavola persone apparentemente lontane anni luce, ma unite dall'amore per le due ruote e dalla sensazione di libertà che solo una strada piena di curve immersa in un paesaggio mozzafiato possono darti.

Non importa cosa guidi, se una Goldwing 1800 o un motardino monocolindrico, in sella le sensazioni sono identiche: libertà, bellezza, condivisione di qualcosa di vero.

Dopo pranzo ci siamo rimessi in marcia, abbiamo percorso un tratto tutti insieme, poi la nostra strana e disomogenea carovana si è divisa e ognuno di noi ha ripreso la strada di casa.

Non so se sia stato perchè non guidavo da quasi un mese, o perchè era stata una giornata particolarmente piacevole, ma al ritorno non mi sentivo stanco, anche la superstrada mi sembrava tutto sommato meno fastidiosa del solito e nemmeno lo sgrullone di pioggia che ho preso a  10 km da casa (grazie Umbria per non darci tregua) è riuscito a scalfire la sensazione di leggerezza che sentivo addosso e che mi accompagna ad ogni uscita.

Forse è proprio questa leggerezza che porta noi motociclisti a svegliarci presto la domenica mattina, a vestirci pesantemente anche in estate e a prendere ore di pioggia e freddo in inverno, a trattare la nostra moto come un membro della famiglia e che ci condanna a non essere capiti da chi ci sta accanto (anche se le nostre mogli e fidanzate sono delle sante per la pazienza con cui ci sopportano e assecondano).

Forse questa leggerezza ci riporta ad essere un pò bambini, incoscienti ed entusiasti, ma anche un pò più puri, e purezza ed entusiasmo  di questi tempi sono merce rara.

Lamps


lunedì 20 maggio 2013

Il valore del valore

L'altro giorno, mentre prendevo un caffè aspettando di iniziare a lavorare, mi sono messo a chiacchierare con due ragazzi che non avevo mai visto (non sono un maniaco, faccio l'istruttore in palestra ndr.), e dopo qualche minuto scopro che anche loro vanno in moto, mi dicono che fanno  qualche uscita in pista e che comunque amano le sportive e le emozioni che la velocità comporta, io gli rispondo dicendo che io al contrario sono per un utilizzo più turistico-stradale e che faccio molti km l'anno, e che quindi ho esigenze diverse.

Al che uno dei due mi chiede che moto possiedo, e alla mia risposta l'altro fa: 

"Ah, gran moto, ma quando la rivendi come fai? Non ha mercato!"

Alla domanda ho risposto dicendo che, visto che la moto va da Dio, non vedo il motivo di venderla, mentre ho commentato l'esclamazione dicendo che tanto quando la venderò avrà così tanti km che non varrà molto comunque; i due ci sono rimasti un pò male, come se non si aspettassero quella risposta, io li ho salutati e sono andato a cambiarmi, però questa piccola discussione mi ha dato lo spunto per questo post.

Io (ma è una mia opinione) non potrei mai comperare una moto pensando al valore che avrà quando la rivenderò, perchè questo pensiero mi impedirebbe di godermela al meglio e secondo le mie esigenze, e rimarrei ingessato pensando a non cadere, non fare troppi km, non personalizzarla troppo, o comunque a non fare tutte quelle cose che potrebbero inficiarne il valore futuro (che sarebbe comunque sempre troppo basso), mentre io la moto l'ho comprata proprio per godere al meglio di lei e del mio tempo libero.

Inoltre tutte queste paranoie si ripercuoterebbero sul modello da scegliere al momento dell'acquisto, perchè parliamoci chiaro, da qualche anno a questa parte i modelli che tirano sono quattro o cinque, quindi dovrei prendere una moto che magari non mi piace, perchè almeno tra due anni (se avrò fatto pochi km) potrò rivenderla a un buon prezzo per comprarne un'altra che non mi piace e con cui farò altrettanti pochi km e così via all'infinito; non mi sembra molto logico.

Ho comperato la mia moto perchè appena ci sono salito sopra mi sono sentito a casa, ci ho speso soldi in modifiche e migliorie perchè quando la guido deve essere un'estensione della mia persona e devo sentirla come tale, la terrò fino alla morte (sua speriamo) perchè se una cosa funziona e anche bene, non vedo il motivo per cambiarla (chiaramente il discorso non vale se avete un sacco di soldi, in quel caso fate benissimo a cambiarle ogni sei mesi o a collezionarle, lo farei anche io), non penso a quando la rivenderò perchè nessuna valutazione mi sembrerebbe adeguata.

Voi invece, che ne pensate?

Che moto avete?

L'avete presa nuova o usata?

Quanto la tenete in media?

Quanti km fate in un anno?

Quanto tempo e soldi spendete in modifiche e migliorie?

Quali sono le caratteristiche che cercate sempre in una moto?

Ma soprattutto, con quale spirito l'avete presa, usarla un paio d'anni e poi rivenderla prima che sia troppo tardi, o renderla la vostra compagna di viaggio per molti anni a venire?

Rispondete se vi fa piacere, ogni risposta mi darà e vi darà un punto di vista nuovo e diverso, con cui potremo essere in accordo o in disaccordo, ma che amplierà comunque il nostro ventaglio di esperienze, che secondo me è sempre una cosa importante e positiva.

Alla prossima.

Lamps.











giovedì 16 maggio 2013

Sono tutti fenomeni sul dritto

Mai andato forte in moto, e probabilmente mai ci andrò, la velocità non fa per me e i tempi sul giro li lascio ai professionisti e ai pistaioli, anche perchè su strada non è mai una buona idea fare lo spadaccino.
Quello che ho sempre cercato in ogni uscita, a volte trovandolo a volte no, è il ritmo, ovvero quella particolare condizione di simbiosi con il mezzo, grazie alla quale la strada (non importa quanto tecnica o tortuosa sia) si srotola davanti a noi come un tappeto, ed ogni piega, ogni accelerazione e ogni frenata si amalgamano alla perfezione rendendo la guida simile ad una danza.

In quei rari momenti tutto è perfetto, cuore, polmoni e muscoli sono parti di un unico grande meccanismo che funziona in maniera ottimale, gli occhi seguono il susseguirsi delle curve senza perdere neanche un centimetro di asfalto, e in quei momenti ci rendiamo conto che non stiamo andando forte, ma stiamo guidando esattamente come vorremmo...

Ed è di solito a questo punto che sopraggiunge da dietro l'unica cosa in grado di rovinare questi momenti di perfezione ed estasi motociclistica, ovvero il fenomeno del rettilineo.

Dicesi fenomeno del rettilineo quella categoria di motociclisti votati unicamente alla velocità, di solito sono quelli che, quando ci parli di moto, esordiscono sempre chiedendo "ma la tua quanto fa?", come se avesse qualche importanza di carattere mondiale; e sono sempre quelli che su strada aspettano ansiosi i rettilinei per snocciolare tutte le marce fino al limitatore, salvo poi quasi fermarsi quando iniziano le curve.

Il suddetto fdr lo senti arrivare sempre e solo quando la strada tende a distendersi o comunque a diventare meno tortuosa, ti si attacca alla gomma posteriore come se succhiare la scia su strada servisse a qualcosa, e quando butti un'occhio allo specchietto vedi che indossa tuta di pelle perfettamente in tinta con il proprio mezzo, cosi come casco e stivali, e la sua  moto monta tutto il kit del pilota, dallo scarico al filtro alle pedane arretrate e chi più ne ha più ne metta; come se con il rumore e l'abbigliamento cercasse di intimorire il povero malcapitato, un pò come molte specie animali insomma.

Dopo qualche secondo in cui il fdr studia la strada (che ricordiamolo in questo momento è dritta o quasi) apre fortissimo e ti sorpassa con un rombo assordante, e si allonta velocemente fino a scomparire; ma tutto questo dura fino all'inizio delle prossime curve.

Si perchè a quel punto devi saper guidare, e dopo qualche tornante, quando hai ripreso il tuo ritmo, inizi ad intravederlo da lontano, poi ogni curva più vicino fino a raggiungerlo e a stargli abbastanza vicino da vederlo affannato cercare di impostare le curve come i suoi beniamini della MotoGP (con i risultati che potete facilmente immaginare), sudando sotto la tuta e faticando a tenere a bada i millemila cavalli della sua moto, che scalcia e si ribella al suo padrone; e dopo un altro paio di curve lo sorpassi senza fatica, scodinzolando tra i tornanti come fosse la cosa più facile del mondo; questo fino al prossimo rettilineo ovviamente.

Perchè dove tu rallenti per goderti il panorama e rilassarti un attimo, il fdr dà il meglio di se, ma in fondo il mondo è bello perchè è avariato no?

Concludo citando un mio amico e collega di girate, che quando parla con presunti e sedicenti piloti della domenica conclude sempre dicendo "sono tutti fenomeni sul dritto".

Come dargli torto?

Lamps





martedì 14 maggio 2013

Il calcetto alle gomme

Ciao a tutti.

Il mondo si divide in due, da una parte ci siamo noi che andiamo in moto, o che comunque utilizziamo per lavoro o passione un mezzo a due ruote, e dall'altra parte ci sono tutti gli altri.

Questi due mondi non si incontreranno mai, noi motociclisti (o scooteristi in genere) non capiamo come gli altri possano non amare e appassionarsi alle due ruote, ai riti e ai comportamenti che questa relazione (con le due ruote) comporti, mentre tutti gli altri guardano noi motociclisti come una specie aliena, o peggio come dei pazzi che preferiscono girare estate e inverno tutti imbacuccati su mezzi di trasporto dall'equilibrio precario, rumorosi, scomodi e per di più senza radio, aria condizionata, riscaldamento ecc. ecc.

Ma che le amiate o le odiate, le moto (e anche gli scooter) hanno l'incontrovertibile capacità di attirare gli sguardi; parcheggiate un qualsiasi mezzo a due ruote sul ciglio di una strada abbastanza frequentata, e divertitevi a contare tutti quelli che ci buttano sopra almeno un'occhiata, vi accorgerete che lo fanno praticamente tutti.

E sapete qual'è la cosa che mi manda in bestia quando qualcuno (che ovviamente non fa parte del nostro mondo) si ferma a guardare la mia moto, magari mentre chiacchiera con un amico parlando di velocità e  cavalli e sospensioni e di tutte cose di cui non sa assolutamente nulla?

Il calcetto alle gomme.

Avete capito bene, quel gesto che può sembrare innocuo (e che di fatto lo è) e che tutti fanno, come se colpendo la moto con la punta del piede riuscissero a capire come si guida, o quanto è veloce, o quanto consuma, o se è una buona moto; beh a me quel gesto fa veramente incazzare, come se qualcuno toccasse le tette alla tua fidanzata per capire che tipo di donna è, ma che senso ha?

Ok forse ho un pò esagerato, ma questo è uno dei tre comportamenti che non sopporto quando si parla di moto, ma degli altri due discuteremo meglio in seguito; e voi che ne pensate?
Anche a voi da fastidio questa cosa o sono io che sono troppo permaloso a riguardo?

Fatemi sapere, sono tutt'orecchi!!!

Lamps




lunedì 13 maggio 2013

Che tempo farà

Quando ero adolescente, dai 14 ai 18 anni, ho trascorso gran parte delle mie estati a lavorare in campagna con mio nonno, passando senza soluzione di continuità dalla raccolta dei peperoni a quella dei pomodori, piuttosto che per meloni e cocomeri; tutti lavori estremamente diversi, con tempi e ritmi ben precisi, ma che avevano tutti un unico trait d'union, la dipendenza dal meteo.

A quell'età non capivo, i miei capi, ovvero gli agricoltori più anziani, passavano ore a guardare in cielo cercando di capire che clima ci sarebbe stato il giorno successivo, cercando di decifrare cosa il meteo riservasse loro nell'immediato futuro, disperandosi o gioendo ad ogni variazione, dalla forma delle nuvole alla velocità del vento, una cosa che mi ha sempre fatto sorridere, perchè la trovavo sciocca e senza costrutto; che senso aveva sapere che tempo avrebbe fatto il giorno successivo, o addirittura le ore successive, se tanto non si poteva fare nulla per cambiarne le sorti?

Capii tutto molto chiaramente quando, anni e anni dopo diventai motociclista.

Si perchè noi motociclisti (o scooteristi ad ampio raggio) abbiamo sviluppato nel tempo una dipendenza dal meteo quasi ossessiva, iniziando già dal lunedì a controllare cosa ci riserverà il weekend, siamo esperti di anticicloni, parliamo di alta e bassa pressione con una naturalezza disarmante, venti e perturbazioni sono il nostro pane quotidiano, scrutiamo il cielo e osserviamo la presenza, o l'assenza, di nuvole; tutto per poter dire "questo fine settimana esco in moto".

Ovvio che le due situazioni siano differenti e vadano lette in maniera diversa, i miei capi di allora vedevano nel meteo la possibilità o meno di lavorare e quindi di provvedere a loro, ai loro dipendenti e  ai loro cari, mentre noi riponiamo in quello stesso meteo la possibilità di poter vivere qualche ora in totale libertà, facendo qualcosa che ci appaga e ci gratifica come (quasi) nient altro.

Così ogni volta che controllo qualche sito di meteorologia, e pianifico una gita o un uscita o un weekend in moto, mi tornano in mente mio nonno e i suoi amici, e li rivedo col cappello in testa e la salopette di jeans, con l'immancabile camicia a quadri infilata dentro, che guardano in cielo scuotendo la testa in segno di assenso o di disappunto, e mi viene un sorriso, perchè finalmente, dopo più di vent anni e per motivi totalmente differenti, anche io guardo il cielo, cercando di capire che tempo farà.

Lamps



domenica 12 maggio 2013

Purchè abbia due ruote

Nel 2012 ho percorso in totale 40.000 km, equamente suddivisi tra lavoro e svago, informazione di per se banale, se non fosse che di questi 22.000 sono stati fatti in moto, 12.000 in scooter e soltanto 6.000 in auto.
E questo è uno dei motivi che mi hanno spinto ad aprire questo blog, perchè moto e scooter sono parte integrante della mia vita, la prima come fonte di svago e passione, il secondo come indispensabile strumento di lavoro senza il quale non mi sarebbe possibile sostenere i ritmi che il mio lavoro impone.

Spero quindi che questo diventi uno spazio in cui tutti coloro i quali  utilizzano una moto o uno scooter per passione, lavoro, svago, scelta o necessità possano trovare informazioni, itinerari, consigli o semplicemente qualche minuto di evasione dalle loro occupazioni o preoccupazioni.

Perchè è a questo che servono le passioni, e perchè guidare, anche senza una meta, immergendosi nell'ambiente che ci sta intorno e assaporando odori e colori è una delle esperienze più appaganti che la vita possa riservarci.

Purchè abbia due ruote, ovviamente.

Lamps.