martedì 12 novembre 2013

ricetta Quesadillas salsiccia e Gruyére


Con questa ricetta partecipo al contest Swiss Cheese Parade promosso dal blog Peperoni e Patate in collaborazione con http://www.switzerland-cheese.it/

per due quesadillas ( 6 pezzi)
tempo di preparazione: 5 minuti
tempo di cottura: 15 minuti


Ingredienti:
250 grammi di salsiccia fresca
1 piccola cipolla affettata sottilmente
220 gr di Gruyére grattugiato
4 tortillas
 olio d'oliva


preriscaldate il forno a 200°C.
In una padella antiaderente scaldate due cucchiai di olio d'oliva, aggiungere la cipolla e lasciarla appassire per pochi minuti.
Aggiungere la salsiccia, spellata e tagliata a tocchetti e rosolarla.
Disporre sulla placca del forno due tortillas e distribuirvi sopra la salsiccia rosolata e il formaggio grattugiato.
Coprire con le tortillas rimanenti e cuocere in forno caldissimo per 10-15 minuti.
La quesadilla è pronta per essere tagliata e condivisa con gli amici!


venerdì 8 novembre 2013

"Il capolavoro" - Enrico Borghi - Preziosi Books

Ciao a tutti.

C'era una volta una moto invincibile (la Honda), guidata da un pilota altrettanto invincibile (Valentino Rossi), il binomio sembrava indissolubile e destinato a durare nel tempo, per la disperazione di tutti gli avversari e delle altre case costruttrici, prima su tutte la Yamaha.

Ma poichè le cose non vanno quasi mai come te le aspetti, nella stagione 2002/2003 il matrimonio tra la moto (o meglio l'azienda) e il pilota iniziò ad incrinarsi, fino a rompersi del tutto nel giro di pochi mesi; perchè ad un certo punto la Honda iniziò a pensare che Valentino dovesse le vittorie schiaccianti non al suo talento cristallino, ma ad una moto stratosferica, talmente stratosferica che avrebbe vinto con qualsiasi pilota in sella; inoltre Valentino non era più ben visto dalla casa dell'ala dorata a causa del suo innato appeal mediatico, che secondo loro avrebbe potuto offuscare l'immagine dell'azienda.

Fu così che alla fine della stagione Valentino abbandonò la Honda per salire sulla Yamaha, rivale storica dell'ala dorata, ma che a differenza sua era a digiuno di un titolo mondiale da tempo immemore; all'inizio tutti pensarono che Valentino lo avesse fatto per soldi, e ad onor del vero il suo ingaggio faceva impallidire tutti i contratti stilati fino a quel momento da qualsiasi costruttore, e molti ironizzarono su una prossima dipartita sportiva del campione pesarese; ma come scritto sopra, le cose non vanno mai come te le aspetti, e quello che successe nella stagione 2003/2004 e in quelle successive rimarranno per sempre nella storia di questo bellissimo e folle sport.

Questa è, a grandi linee la "trama" del libro di oggi : "IL CAPOLAVORO" di Enrico Borghi, edito da Preziosi Books.
libro su valentino rossi il capolavoro enrico borghi

Il libro in realtà prende spunto da questa (grande storia) di sport, per raccontarci i retroscena tecnici, tattici e umani che hanno reso possibile tutto quello che poi è successo dal 2004 a 2009, ovvero fino alla decisione di Valentino di lasciare il grande amore Yamaha per la grande scommessa Ducati.

Tutta la vicenda viene narrata dai principali protagonisti, ovvero Valentino, ma anche Davide Brivio, Jeremy Burgess e soprattutto Masao Furusawa, ovvero l'ingegnere giapponese che nel 2003 accettò l'incarico che nessuno voleva e sul quale tutti i suoi predecessori erano caduti; riportare il reparto corse della Yamaha ai vertici del motociclismo mondiale.

Nelle pagine del libro viene approfondito molto il rapporto a 3 (passatemi il termine) che si instaurerà tra il talento e l'imprevedibilità tutta italiana di Valentino, la curiosità e la capacità di ragionare fuori dagli schemi dell'australiano Burgess e la metodica nipponica (unita alla capacità organizzativa fuori dal comune) del giapponese Furusawa; un mix esplosivo, che nessuno avrebbe previsto sarebbe stato vincente, tranne i 3 interessati.

E hanno avuto ragione.

Vi consiglio questo libro sia che amiate o odiate Valentino e il suo personaggio, perchè aldilà del tifo e delle convinzioni personali, racconta in maniera sincera e molto equilibrata, la serie di avvenimenti che hanno portato a quella che è stata una grandissima rivoluzione nel mondo delle corse, oltre che ad una incredibile impresa sportiva; e infine permette di lanciare uno sguardo su quello che era ed è il mondo delle corse, sulla sua organizzazione e le sue regole, aiutando i lettori a capire quanto sia complesso e ricco di variabili apparentemente infinitesimali, ma fondamentali nel decretare una vittoria o una sconfitta.

Buona lettura.

Lamps


mercoledì 4 settembre 2013

Fra trenta o quarant'anni

Ciao a tutti.

Vi capita mai di pensare a come sarete tra 20, 30 o 40 anni?
A come sarà la vostra vita?
Se sarete in pensione e avrete dei nipotini?
Ma soprattutto, riuscite ad immaginarvi ancora in sella quando la vostra età sarà uguale o superiore al numero di cavalli della vostra moto?

Io si, a volte ci provo, e mi piace pensare che a 70 e più anni suonati, sarò ancora a scorrazzare in moto per le nostre colline e i nostri passi, magari con una moto di piccola o media cilindrata, più leggera e gestibile dei draghi a 2 ruote a cui siamo abituati adesso; ma con la stessa voglia e lo stesso spirito di scoperta che mi spinge adesso ogni volta che mi vesto per un giro.

Qualche tempo fa, era il settembre del 2010 credo, stavo facendo un giro in moto da solo verso Norcia; era mattina presto, l'aria era fresca e in giro non c'era nessuno.
Dopo una ventina di minuti ho iniziato a sentire il suono di una moto che si avvicinava, ogni curva più vicina, sempre più vicina, fino a quando mi sono visto superare da una Kawasaki nera che avrà avuto almeno 30 anni, guidata da un signore in giubbotto di pelle nera che a occhio e croce avrà avuto almeno il doppio degli anni della moto.
Colpito nell'orgoglio (io e la mia modernissima enduro teutonica non potevamo subire questo smacco), ho iniziato a stargli dietro, faticando non poco, perchè questo signore guidava il suo mezzo con gran mestiere, pennellando curve perfette, senza mai ricorrere troppo al freno, ne troppo all'accelerazione; guidava "pulito" per intenderci, dando l'impressione a chi lo seguiva, che quello che stava facendo fosse la cosa più facile del mondo.

Arrivati finalmente in cima a Norcia (ero riuscito a stargli attaccato, sudando sette camicie), ci siamo fermati davanti ad un piccolo bar, e a quel punto il mio occasionale compagno di strada si è tolto il casco, mostrando una folta chioma bianca e profonde rughe che gli solcavano il volto; mi ha guardato sorridendo e mi ha detto:

"Niente male per un vecchietto eh? Vieni che ti offro il caffè, te lo sei meritato."

Chiacchierando davanti a quel caffè ho scoperto che quel signore si chiamava Ezio e aveva 82 anni, e la moto che guidava con tanta naturalezza era la famigerata Kawasaki 500 Mach 3, soprannominata anche "la bara volante", per la sua viscerale inclinazione a non frenare poi molto.

Ezio mi ha raccontato tutta la sua storia di motociclista, di quando guidava quella del padre a 13 anni senza patente e che tanto erano altri tempi e si poteva fare, della prima Honda che aveva avuto a 20 anni, e che aveva venduto perchè a 22 si era sposato e gli servivano i soldi, poi era rimasto a piedi qualche anno, sovrastato dalle spese della famiglia e della casa.
Ma nel 1971 il lavoro andava benino, la casa era pagata e il concessionario sotto casa sua aveva appena messo in vetrina quella che sarebbe diventata di li a poco la sua moto; fu amore a prima vista, e lui la comprò sapendo bene che sua moglie, che aveva perso il padre in un incidente stradale, non gli avrebbe mai permesso di guidarla finchè fosse stata viva.
E infatti andò così, Ezio aveva fatto solo 2.000 km in 36 anni, e la guidava solo quando la moglie in estate andava a trovare qualche giorno la sorella al mare, il resto dell'anno quel gioiellino rimaneva al sicuro sotto un telo, inutilizzata ma coccolata come un figlio.
Nel 2008 però, la moglie era mancata, e solo allora Ezio, che era stato un marito rispettoso e fedele, aveva ricominciato ad utilizzare quella moto che aveva comperato quasi 40 anni prima, e che era stata la testimone di gran parte della sua esistenza.

Ezio mi ha raccontato che, a 82 anni suonati i riflessi non erano più quelli di una volta e sapeva che non avrebbe mai fatto quel lungo viaggio in moto per i passi dooomitici che aveva sempre sognato, però dopo tanto tempo era tornato a godersi la sua passione con la moto che aveva sempre desiderato e che adesso lo accompagnava lungo le sue scorribande per i colli umbri; e che la soddisfazione che gli dava un saluto ricambiato tra motociclisti e un caffè e 4 chiacchiere in cima ad un passo era assolutamente unica, era una cosa che lo faceva sentire vivo.

E io mi sento ancora piuttosto orgoglioso di essere entrato a far parte del bagaglio di ricordi di Ezio, che non ho più incontrato, ma che non dimenticherò mai.

Spero di non avervi annoiato con questa storia, ma mi sembrava inerente all'argomento di oggi, perchè ogni volta che mi immagino tra 40 anni, mi vedo come Ezio, in sella ad una moto vecchia ma a cui sono legato e di cui mi fido, in giro per le colline della mia regione a godermi il panorama e la strada, e a sentirmi vivo facendo qualcosa che amo.

E voi come vi vedete tra 30 o 40 anni?

Appenderete giacca e stivali al chiodo o  starete ancora sul pezzo?

Sarete dei genitori / nonni apprensivi o spingerete i vostri figli / nipoti verso la vostra passione?

Fatemelo sapere se volete, e nel frattempo:

Lamps


martedì 27 agosto 2013

Orgoglio italiano

Ciao a tutti.

Le vacanze sono agli sgoccioli, e lentamente "quasi" tutti stiamo tornando alla routine di tutti i giorni, volenti o nolenti.

In queste tre settimane in cui non ho scritto (causa forza maggiore) sono successe un bel pò di cose che mi hanno dato parecchi spunti di riflessione, ma è quello che è successo in questo weekend motoristico che mi ha dato lo spunto per il post di oggi.

Si, perchè nel fine settimana appena passato sono successe 2 cose che mi hanno fatto riflettere sul mondo delle due ruote:

  • Tony Cairoli ha vinto il suo settimo mondiale nella MX, sbaragliando ancora una volta gli avversari in maniera imbarazzante e consacrandosi alla storia del motocross.
  • Valentino Rossi ha ammesso, dopo l'ennesimo quarto posto a 19" da Marquez e 10" dal compagno Jorge Lorenzo, che i primi 3 in classifica fanno un altro sport; affermando implicitamente, e per la prima volta, che forse è iniziata la sua parabola discendente.
Lo ammetto, non seguo la MX, e so delle gesta di Tony solo quando mi capita di leggerlo su qualche sito specializzato, quindi sarebbe piuttosto ipocrita da parte mia scrivere frasi su frasi di elogio, riportando record e classifiche per suffragare il mio articolo.

Ma rimane il fatto che questo ragazzo messinese sta al cross come per anni Valentino è stato alla MotoGP, solo che a differenza del 46 Tony ama dare spettacolo solo in pista, mai fuori; anzi sembra quasi timido e impacciato davanti alle telecamere, come se non riuscisse a spiegarsi tutto il clamore intorno a quello che fa, che per lui è la cosa più facile del mondo.

Cairoli è di fatto uno dei nostri orgogli nazionali, quelli che la domenica ti fanno sentire fiero di essere nato in questo paese, quelli che ti fanno guardare il tuo vicino di ombrellone francese, o tedesco, o spagnolo, e ti fanno dire "io ce l'ho e tu no".

E avere un connazionale del genere non è facile di questi tempi, non è per niente facile.

Lo ammetto, stravedo per Valentino Rossi, è grazie a lui se ora sono un motociclista e se scrivo su questo blog, è grazie a lui e al suo talento, misto alla sua indiscussa propensione mediatica, se mi sono appassionato a questo sport.

Per anni ho aspettato la domenica per vederlo correre, inseguire, sorpassare, umiliare gli avversari e vincere, tutto sempre col sorriso sulle labbra e quello sguardo da eterno ragazzino che lo odi o lo ami.

Valentino è l'atleta che ha traghettato la MotoGP nell'era moderna, ha corso con le bisbetiche 500 2t, con le prime 1000 4t, poi con le 800 4t e ora di nuovo con le 1000 4t, a dirla così sembra che abbia 60 anni o giù di li; invece ne ha 34, e negli ultimi 18 ha vinto "quasi" più di chiunque altro nella storia, ha cambiato il modo di intendere e di guidare la moto, ha dimostrato (finchè è stato possibile) che l'uomo conta quanto e più della moto, divorando avversari e record.

Poi sono arrivati quelli nuovi, una generazione di piloti nata 10 anni dopo di lui, e cresciuta vedendolo correre, tutti hanno provato a batterlo (Lorenzo e Stoner riuscendoci, Pedrosa ancora al palo), ma lui si è sempre rialzato battendoli di nuovo; fino all'avventura in Ducati.

Lungi da me dare alla Rossa la colpa di tutto, sarebbe ingiusto e fazioso, ma rimane il fatto che passare 2 anni nelle retrovie non aiuta a migliorare lo stile di guida, e se questi 2 anni li sprechi quando ne hai già 30 suonati le tue possibilità di vincere ancora si assottigliano non di poco.

Anche se, lo ammetto, dopo il ritorno in Yamaha io al 10° titolo un pò ci credevo, perchè a vederlo correre provo ancora le stesse sensazioni di un tempo, anche se adesso se la vede con Crutchlow e Bautista per il 4° posto, la sua voglia di vincere è rimasta intatta; il suo fisico e la sua reattività purtroppo no.

Quindi mi auguro solo che si diverta ancora a correre come 10 anni fa, e che possa ancora regalarci delle gare memorabili, perchè questo sport ne ha bisogno, o corre il rischio di diventare come la F1 di qualche anno fa; e spero che continui a gareggiare finchè ne abbia voglia, perchè uno come Valentino Rossi non deve dimostrare niente a nessuno, men che meno ai suoi detrattori.

Cairoli e Rossi sono 2 tra le nostre eccellenze sportive di maggior spessore, 2 atleti straordinari (ognuno a modo suo) che hanno reso e continuano a rendere l'Italia un paese per cui tifare, e per questo meritano supporto e rispetto, a meno che non vi piaccia proprio tanto l'inno spagnolo...

Lamps.







venerdì 26 luglio 2013

Considerazioni di una notte di mezza estate

Ciao a tutti.

Il caldo è arrivato, per fortuna e purtroppo, e noi motociclisti/scooteristi/gente che ama andare su due ruote con qualsiasi mezzo possibile, siamo finalmente nel bel mezzo della stagione motociclistica; che come ogni anno è prodiga di gioie e dolori.

Infatti luglio e agosto sono da sempre mesi di ferie e vacanze, agognate da tutti ma godute da pochi, e rappresentano il culmine della goduria per noi bikers, sia in campo televisivo che puramente stradaiolo; si perchè è proprio a cavallo di questi 2 mesi che i principali campionati di motociclismo (SBK e MotoGP) fanno il giro di boa, ed è sempre in questi 2 mesi che la maggior parte di noi hanno la possibilità di godersi un pò di più la propria lady di ferro.

E proprio nel weekend passato che sono arrivate 4 notizie, 2 belle e 2 brutte (2 riguardanti il professionismo e quindi la moto in tv e 2 riguardanti noi utenti della strada), che mi hanno dato lo spunto per scrivere questo post, anche se un pò in ritardo.

Spero mi scuserete.

Le prime 2 notizie riguardano il motociclismo professionistico, e sono lo spettacolare sorpasso di Marquez su Rossi alla curva del Cavatappi di Laguna Seca (ma dove si è infilato????), che molti hanno letto come un passaggio di consegne sul campo tra il nuovo principe delle corse e il vecchio re (anche se non credo che Valentino abbia una gran voglia di abdicare tanto presto); mentre la seconda viene dall'altra parte del globo ed è la morte in un incidente di gara di Andrea Antonelli, giovane pilota di belle speranze, morto a Mosca durante una gara di Super Sport.

La prima delle 2 notizie è senz'altro positiva, perchè ci consegna definitivamente quello che probabilmente sarà il futuro del motociclismo, un campione con talento e carisma in dosi massicce, che riesce a correre, cadere, battagliare e vincere sempre col sorriso sulle labbra, che guida in modo spettacolare e che riesce comunque ad essere "umano" (che poi è ciò che ha reso celebre Valentino Rossi); a diiferenza dei suoi colleghi Cyborg, che vinceranno anche, ma stanno antipatici anche alle loro stesse madri.

La seconda notizia invece è di quelle che non vorremmo sentire mai, perchè morire a 25 anni non si dovrebbe, ma il motociclismo è una disciplina in cui i piloti corrono dei rischi consapevoli, e Andrea non è stata la prima vittima di questo folle e bellissimo sport, e non sarà l'ultima; noi appassionati possiamo solo continuare a sperare che non succeda più, sapendo benissimo che non è possibile, e possiamo credere che quando muori facendo quello che ami e che da un senso alla tua vita, in fondo sei stato fortunato.


Le notizie numero 3 e 4 invece riguardano noi utenti della strada, e possono essere lette entrambe sia in maniera positiva che negativa, a seconda di come siete abituati a vedere il bicchiere.

Notizia numero 3: il consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che tutela maggiormente gli utenti deboli della strada (ciclisti e motociclisti), e che prevede l'adozione di misure e per aumentare la sicurezza delle arterie urbane ed extraurbane, tra cui i fantomatici guardrail slava ciclisti.
Ora, se siete ottimisti starete dicendo "bene, era ora!! Finalmente qualcosa si muove!!", mentre se siete pessimisti (o iperrealisti) starete urlando allo schermo "quindi se ci hanno messo 10 anni a fare il decreto ora ne impiegheranno 20 ad attuarlo!!!".

Il fatto è che probabilmente avete ragione entrambi, infatti la notizia che il governo si sia accorto di noi (e che abbia previsto delle misure in nostro favore) è sicuramente ottima, ma è anche vero che visto come si muove la nostra pachidermica burocrazia probabilmente saranno i nostri figli a godere degli effetti di questa legge.

Notizia numero 4: domenica scorsa sul Passo del Muraglione la Polizia Stradale ha fermato più di 100 moto e ritirato 32 patenti, scatenando l'ira di molti gruppi di bikers che si sono sentiti perseguitati e hanno anche minacciato azioni legali contro le istituzioni (prego accomodatevi).

Adesso siamo sinceri però, io sul Muraglione ci sono stato 2 volte, ed entrambe le volte sono rimasto colpito dalla disinvoltura con cui i miei "colleghi di passione" effettuassero sorpassi e manovre quanto meno ardite, per poi vantarsene al  bar in cima al passo.
Considerando anche l'attenuante generica che ogni tanto la vena si chiude a tutti e nessuno di noi ha la coscienza completamente pulita, e considerando anche che in questo periodo storico/politico le FdO cercano di fare cassa in ogni modo; sinceramente non me la sento di criticare il comportamento della Polizia.

Perchè c'è un limite a tutto, e quando viaggi su strade aperte al traffico, frequentate anche da famiglie che vanno a farsi un weekend al mare devi cercare quantomeno di tenere il cervello attaccato e divertirti rispettando gli altri; altrimenti te ne vai a Misano o al Mugello, dove puoi fare il maschio quanto ti pare, ma vi posso anche assicurare che tutti quelli che fanno i fenomeni su strada, poi in mezzo ai cordoli fanno delle magre figure.

Perchè per andare forte sulla strada basta essere incoscienti e fregarsene di cosa può esserci dietro una curva o un camion, mentre in pista serve controllo, disciplina e sensibilità, tutte doti che si acquisiscono col tempo, e per acquisirle serve un cervello; ecco perchè chi è veloce in pista va tranquillo su strada, mentre che fa il fenomeno sui passi di montagna in pista prende paga pure dagli scooter.

Personalmente ritengo questa quarta notizia positiva, perchè ogni tanto anche noi abbiamo bisogno di essere rimessi un pochino in carreggiata, e se il prezzo da pagare per salvare delle vite è il ritiro di qualche patente, ben venga.

E voi, cosa ne pensate di queste considerazioni?

Siete d'accordo con me o avete un'altra visione delle cose?

Fatemi sapere, ma con calma, che la bella stagione è arrivata, non  passate troppo tempo alla tastiera.

Lamps




martedì 16 luglio 2013

L'abito non fa il.... pilota

Ciao a tutti.

Come è andato il we?
Tutto bene?
Siete andati in moto e vi siete divertiti?

Spero di si, perchè questo mese di luglio si sta rivelando davvero gustoso da passare in moto e vi auguro vivamente di riuscire a viverlo in sella il più possibile.

Oggi vi voglio parlare di abbigliamento da moto, ma tranquilli, non sono qui a vendervi questo o quel capo di abbigliamento tecnico o ad illuminarvi sulle ultime tendenze in fatto di giacche, pantaloni con protezioni, guanti e stivali; ma solo a condividere con voi usi e costumi degli italici centauri; e mi piacerebbe come al solito che voi mi faceste sapere il vostro punto di vista, perchè lo scambio è sempre costruttivo.

In realtà volevo parlarvi della MotoGP e di quanto accaduto in Germania lo scorso weekend, ma credo che l'argomento sia già stato ampiamente sviscerato da chiunque abbia una connessione ad internet, una tastiera e dieci dita, quindi io vi risparmierò il mio punto di vista e mi limiterò a parlare di amenità; argomento su cui sono molto ferrato.

Lo spunto di questo post mi è venuto domenica pomeriggio mentre attraversavo la strada a piedi per andare a prendermi un gelato, arrivato davanti al bar mi sono accorto che ci saranno state almeno una trentina di motociclette e scooteroni di tutte le fogge e cilindrate parcheggiati fuori dalla veranda, e che i proprietari di quei mezzi offrivano un campionario di indumenti davvero vario e completo; anche troppo.

Infatti si andava dal signore sulla cinquantina vestito di pelle e borchie a cavallo di una Harley che solo di cromature sarà costata come un monolocale, passando per il ragazzotto con la sportivona infilato a forza in una tuta di pelle coloratissima che manco un supereroe della Marvel, con stivali tecnicissimi e guanti pure, fino ad arrivare allo scooterista trendy in jeans firmati, giacca tecnica ma fashion, casco modulare a doppia omologazione e occhiali da sole fichissimi (e provate a indovinare lo scooter?).
Ma non mancava nemmeno il Biemmevuista di turno, che sembra partire per la transiberiana pure quando va in ufficio, ne lo scanzonato, ovvero il soggetto che guida moto vecchiotte ma non vecchissime, che è impermeabile alle mode e che esce in moto vestito come quando va a passeggio il sabato pomeriggio, che tanto se cadi la roba tecnica mica ti salva il collo (esistono e c'ho le prove, giuro!!!).

Ok, so cosa state pensando, che abbia forzato la mano sui dettagli per piegare la situazione ai miei bisogni narrativi, se così si può dire.

Ma vi giuro che non è così, solo che domenica, per la prima volta e assolutamente per caso, mi sono soffermato a guardare quel gruppo eterogeneo di persone, almeno una trentina, che si prendevano un caffè o una coca insieme, chiacchierando del più e del meno prima di ridividersi in gruppi più piccoli e riprendere la propria strada; e ho notato come ognuno di loro fosse diverso dagli altri nell'abbigliamento, così come lo era stato nella scelta del proprio mezzo.

Personalmente sono un appassionato della funzionalità, e questo mio tratto caratteriale si riflette tanto sulla scelta della moto quanto in quella dell'abbigliamento.
I miei capi d'abbigliamento tecnico sono stati scelti tutti in base al loro utilizzo, e uso ancora la prima giacca da moto invernale che comprai insieme alla mia prima moto, 5 anni fa; oddio ormai inizia a mostrare il fianco, ma è molto comoda e ci sono affezionato, quindi un altro inverno glielo concedo va...
A quella prima giacca, con il tempo e con l'esperienza maturata sul campo, ho affiancato altri elementi come: giacca estiva e pantaloni con protezione leggeri, un paio di guanti invernali impermeabili  e uno in tessuto per la bella stagione, pantaloni imbottiti e caldissimi da mettere sopra a quelli estivi per l'inverno e un pantalone antipioggia per le emergenze, un paio di ottimi anfibi come calzature (mi piacciono perchè sono comodi quando guido e mi permettono di fare quattro passi se ci fermiamo a vedere qualcosa),un para schiena medio e per finire un completo calzamaglia tecnico e traspirante che uso estate e inverno e che considero indispensabile durante i miei giri.
E il mio sotto casco con il teschio disegnato, regalo della mia fidanzata e portafortuna ufficiale, of course.

Poi ci sarebbe l lista delle cose che ho comperato credendole indispensabili, e che stanno prendendo polvere dentro al mio armadio da anni (e voi non dite di non averle, non ci credo): come la protezione lombare con le stecche in plastica che mi si infilavano dentro la schiena e a fine giornata sembrava che mi avessero frustato, oppure gli scaldamani per la presa accendi sigari, che come provi a muoverti strappi via tutto; ma la cosa peggiore è il Gaucho della Tucano Urbano, oggetto utilissimo in inverno, ma che è in grado di trasformare qualsiasi motociclista in un peones messicano in sella al suo mulo, l'ho montato una volta, poi ho pensato che un pò di freddo è un prezzo accettabile in cambio della dignità...

Come avrete capito sono un motociclista abbastanza pragmatico, mi piace essere pronto (quasi) per ogni evenienza senza sforare nel paranoico, ma anche senza correre rischi inutili.

E voi invece?

Come vi vestite?

Siete sempre attenti alla moda o la vostra giacca ha più toppe che stoffa?

Siete maniaci del controllo o vivete le uscite come vengono?

Come sempre fatemi sapere, e se avete qualche consiglio da darmi e da dare a chi legge fate pure, che qua siamo fra amici.

Lamps



venerdì 12 luglio 2013

Altra corsa altro giro

Ciao a tutti.

Due settimane fa avevamo discusso delle qualifiche in MotoGP e del weekend più motoristico dell'anno, in cui correvano contemporaneamente tutte le categorie esistenti: dalla Formula 1 alla MotoGP, passando per il motocross e i motoscafi...

E devo ammettere che sono stati 3 giorni esaltanti, in cui si sono susseguite emozioni, sorpassi e incidenti ad un ritmo incalzante, a favore dello spettacolo e dell'imprevedibilità.

Ma la categoria che più mi piace, mi interessa e appassiona è la MotoGP, e anche se sui vari fari forum sono tutti a sperticarsi sul fatto che la SBK è più divertente, la Moto2 più imprevedibile e la Moto3 più... più... vabbè sicuramente più qualcosa; secondo me nella MotoGP troviamo l'eccellenza sia nella tecnica che nel talento, e la necessità di trovare il connubio tra le due.

Perchè è inutile avere sotto le chiappe un siluro guidato da un pilota mediocre come è altrettanto inutile avere un pilota fenomenale che corre su un pezzo di ferro, così come può capitare di avere pilota e moto  stratosferiche, ma che non riescono ad andare d'accordo, per non parlare poi dei tracciati, che chiedono sempre nuovi setting e nuovi valori; e basta sbagliare un niente per compromettere un intero weekend di lavoro.

E per capire vagamente il grado di perfezione a cui si è arrivati, basta ascoltare le interviste ai piloti e ai tecnici, che gioiscono o si disperano sulla base di millesimi di secondo, perchè è su questi millesimi che si costruisce una grande vittoria o una cocente sconfitta; mentre in tutte le altre categorie i valori sono molto più... Grossolani ecco, segno che di una grande differenza sia in termini tecnici che umani, senza nulla togliere a nessuno ovviamente, stiamo comunque parlando del meglio del meglio del mondo dei motori.

Ma anche nel meglio esistono delle classifiche, ed è oggettivo che per correre in MotoGP serva qualcosa in più rispetto alla SBK o alle altre categorie, che possono comunque risultare più divertenti da vedere.

Tornando a parlare di MotoGP, oggi sono iniziate le libere al circuito impronunciabile del Sachsenring, che non si trova in Francia come il nome suggerirebbe, ma in Germania; e anche se è ancora presto per poter dare giudizi, ho già avuto qualche spunto di riflessione, che mi piacerebbe condividere con voi:


  • Lorenzo, dopo essere stato il più veloce la mattina (facendo gridare al miracolo i tifosi), si è sdraiato nel secondo turno, spostando la placca che ha sulla clavicola e sarà costretto a saltare quasi sicuramente questa gara, per permettere alla spalla di tornare a posto per la prossima tappa tra 2 settimane; ma visto che parliamo di Lorenzo potrebbe sempre fare lo splendido, correre lo stesso e arrivare anche bene. Vedremo.
  • Rossi c'è, o almeno così sembra, terzo stamattina e quinto nel pomeriggio, pare comunque molto soddisfatto (non lo si vedeva così da tempo) dal comportamento della moto, ma soprattutto dal passo che crede di potere tenere in gara; resta da vedere da quale casella riuscirà a partire dopo le qualifiche di domani, perchè con un sesto o settimo posto in griglia sarebbe comunque molto difficile fare bene.
  • Pedrosa ha vinto le ultime 3 gare qui al Saxche... sache keh.... savsdua... in Germania, e sapere che Lorenzo probabilmente non correrà potrebbe tranquillizzarlo non poco, va detto che comunque in questa prima giornata non ha fatto vedere molto, e che comunque Rossi e Marquez, con l'incognita Crutchlow, faranno di tutto per complicargli la vita.
  • Marquez ha fatto un bel tempo, stranamente non è caduto e sembra molto tranquillo, o è sedato o a suo agio, difficile dirlo.
  • Dovizioso ha fatto uno schianto incredibile, distruggendo completamente la moto laboratorio che gli dava miglior feeling all'anteriore (e meno male), ma si trova in ottima compagnia con Iannone, che nella caduta ha spezzato in due la moto e Hayden, che è scivolato senza conseguenze. Il dato curioso è che sono caduti tutti alla curva 11, ovvero il curvone veloce a destra, che viene dopo 3 curve a sinistra, e che richiede grande feeling con l'anteriore appunto; sono felice che nessuno si sia fatto male davvero, ma ripensando ai commenti dei ducatisti/anti rossisti un sorriso mi viene.
  • Crutchlow dalla doppia anima, velocissimo e incauto, ha stampato un gran bel tempo, poi ha pensato bene di stendersi anche lui alla curva 11, senza conseguenze fortunatamente. Rimane uno di quelli per cui tifi a prescindere, because he's fuckin' crazy, come direbbero i suoi connazionali.
  • Bradl zitto zitto ha fatto il miglior tempo di questa prima giornata di libere qui nel circuito di casa, dimostrando di saper guidare, e di avere anche un discreto passo, che potrebbe renderlo una variante interessante di questo GP.
  • Espargaro è sempre il primo delle CRT e mette sempre dietro qualche GP (che di solito sono rosse), ormai è una conferma che meriterebbe mezzi decisamente superiori
  • Tutti gli altri fanno il loro lavoro senza acuti, almeno per ora, ma aspettiamo domani e le qualifiche per vedere cosa ci riserverà questo GP.
E voi che ne pensate? Avete la mia stessa idea o la pensate diversamente? La mia analisi è stata corretta o vi è sembrata ingiusta e faziosa?

Rispondetemi se vi va, e comunque vada: BUONA MOTOGP A TUTTI!!!!!

Lamps.


venerdì 5 luglio 2013

La meta è una scusa meravigliosa

Ciao a tutti.

La scorsa settimana vi avevo lasciato con una riflessione riguardante la MotoGP e i suoi protagonisti, e 6 giorni dopo posso dire che è stato un weekend davvero spettacolare (in tutte le discipline e categorie a quanto pare), che ha aperto nuovi spunti e reso quelli vecchi più interessanti.

Ma oggi si parla di altro.

Si perchè questo fine settimana si preannuncia senza grossi appuntamenti televisivi (per la gioia di mogli e fidanzate) e baciato dal meteo, con temperature calde, ma non torride, e un sole che coccolerà la penisola da nord a sud.

Il clima perfetto per andare in moto.

Ma dove si va?

Una delle frasi più ricorrenti nei forum di moto italiani è "la meta è una scusa meravigliosa", e io sono perfettamente d'accordo con questa affermazione, perchè secondo me raccoglie in poche parole l'essenza di noi motociclisti.

Non importa quanti km all'anno si fanno o che moto si possieda, ogni volta che ti vesti, metti il casco, scendi in garage e accendi il motore; la destinazione diventa solo un puntino sulla cartina (o sul navigatore) da raggiungere percorrendo il maggior numero di curve possibile, fino a perdere di importanza, a sfumare dentro la sensazione di libertà che solo la moto sa darci.

Per quanto mi riguarda percorro tantissimi km all'anno in moto (tra i 18.000 e i 20.000) egualmente divisi tra gite e viaggi, ma la sensazione di scoperta e di conquista che provo ogni volta è unica, che si tratti del giretto di 100 km del sabato mattina o della settimana all'estero con fidanzata, armi e bagagli, non fa alcuna differenza; quando sei in sella e la strada ti si srotola davanti e ogni curva ti invita ad impostare la successiva senza soluzione di continuità, in quei momenti mi sento vivo.

Ma non sto parlando di filosofia tranquilli, so bene che le cose davvero importanti della vita sono altre, e che gli affetti, la famiglia e il lavoro sono valori insostituibili e inestimabili;volevo solo cercare di farvi capire la sensazione che provo quando riesco a guidare come vorrei, quando tutti i sensi e i muscoli lavorano per rendere la guida più fluida e facile possibile, quando tutti i pensieri e le preoccupazioni vengono sostituiti, anche solo per una mezz'ora, dal puro e semplice piacere che deriva dal fare qualcosa di bello.

Spero di non avervi annoiato, era solo una riflessione che mi girava in testa da un pò, e come sempre chiedo a voi cosa ne pensate.

Cosa provate quando siete sulla vostra moto?

La vivete come uno sport o come uno svago?

E' un oggetto utilitaristico o solo un giocattolo per il weekend?

Anche voi come me cercate quel senso di libertà che solo la moto sa dare o siete malati di adrenalina?

Rispondete se volete, e cercate di godervi questo weekend che si preannuncia stupendo!

Lamps



venerdì 28 giugno 2013

La MotoGP che non ti aspetti

Ciao a tutti.

Questo weekend pare che farà caldo, ma non caldissimo, e che ci sarà un bel sole, ma non solissimo; in pratica sarà il fine settimana che si farà perdonare gli ultimi 2 mesi di monsoni.

Ma sarà anche un fine settimana all'insegna dei motori, infatti correranno, tra sabato e domenica: Moto3, Moto2, MotoGP, Superbike, Motocross e Formula 1; roba da non uscire da casa per tutti e 2 i giorni.

La vita è una puttana, o ti toglie tutto e non hai scelte o te ne da troppe tutte insieme e non sai cosa scegliere.

Per non sbagliare me ne andrò al mare con la mia fidanzata, in moto però, e mi assenterò dalla spiaggia per andare a vedere quelle 2 o 3 gare che mi interessano, in modo tale da non scontentare nessuno e da godermi tutto il godibile.

Ma non è il mio weekend l'argomento del post di oggi, ma la strana piega che ha preso il GP di Assen dal pomeriggio di ieri; infatti quello che giovedì mattina sembrava l'ennesimo Gran Premio dominato da Lorenzo, con Pedrosa e Marquez a rimorchio, Valentino alla ricerca di se stesso guardandosi le spalle da Crutchlow e la Ducati a cercare di capire perchè non si arriva mai oltre il sesto posto, si è trasformato in 36 ore in un festival dell'assurdo.

Che però è molto interessante.

Si perchè dopo la rovinosa caduta di Lorenzo (che si avviava ad una pole facile facile, e che è al suo primo infortunio vero), ieri praticamente non si è più girato causa pioggia; e oggi il buon vecchio Cal, tirando come un forsennato con una moto che però non lo aggrada (detto da lui, non riesce a fargli fare quello che vorrebbe), ha stampato una pole insperata, seguito dalle solite 2 Honda ufficiali (e oggi Marquez ha fatto un altro volo di quelli cosmici, finito con un mignolo rotto e un sorrisone sotto il casco), da Valentino finalmente in seconda fila (anche se avrebbe dovuto/potuto fare meglio), Dovizioso addirittura fuori dalla QP1 e Barbera che guarda caso ha fatto una cazzata.

Direi che di argomenti di discussione ce ne sono parecchi, e proverò ad analizzarli meglio che posso:


  • La caduta di Lorenzo potrebbe dare una bella scossa al campionato, perchè anche se oggi si vociferava di un rientro già domani, molto realisticamente rientrerà al più presto il prossimo GP, anche per evitare di farsi male più seriamente correndo fuori condizione; perchè con la spalla operata non potrebbe essere competitivo nemmeno imbottito di farmaci.
  • Pedrosa ha un'occasione ghiotta di rosicchiare punti al connazionale iridato, può riaprire la classifica e preoccuparsi solo di Marquez, almeno per una gara
  • Marquez è Marquez, a volte sembra quasi che nemmeno corra per i punti, ma solo per andare più forte degli altri, per dimostrare che oltre a quello cui siamo abituati c'è tutto un altro mondo che lui, e solo lui, può farci vedere; dopo la caduta (spaventosa) di ieri si è rialzato come per dire: "ci posso riprovare?". Lo amo ogni gara di più, ma rischia come Gagarin.
  • Rossi poteva fare molto meglio di come ha fatto, non ha rischiato e punterà probabilmente a partire a fionda domani, spero che ci riesca, perchè è ancora il mio eroe e spero ancora possa farci vedere grandi cose, contro tutto e tutti.
  • Crutchlow è l'altro matto che cercano, corre a vita persa con una moto che questo weekend non gli da fiducia e strappa la pole, poi magari domani esce al secondo giro, ma da quando c'è lui la MotoGP è molto più interessante.
  • Dovizioso e Ducati non sono riusciti nemmeno a entrare nella QP1, questa pista sembra essere particolarmente ostica alla Rossa, ma farsi mettere dietro da gente che funge poco più che da figurante deve farti incazzare di brutto, anche se oggi ci si è messo pure Barbera, che non potendo infastidire i primi, si è accontentato di quelli in mezzo; ormai comunque pare assodato che sia il mezzo ad avere qualche problema, gli unici a non capirlo sono gli ingegneri. La prima Ducati in griglia è quella di Hayden comunque, che da bravo impiegato non ha rischiato nulla e sta li nel mucchio
  • Barbera, che gli vuoi dire a Barbera, ormai ne ha fatte così tante che se ancora corre in GP è perchè alla Dorna fa comodo per qualche motivo, oppure suo padre tiene in ostaggio i nipotini di Ezpeleta e lo minaccia di ucciderli se cacciano il figlio.
Tutti gli altri hanno fatto il loro lavoro, senza acuti e senza grossi errori, ma direi che per domani di carne al fuoco ce ne sia abbastanza, non trovate?

E voi che ne pensate?

Ho dimenticato qualcosa?

Sono stato ingiusto con qualcuno?

E voi cosa guarderete questo weekend?

Fatemi sapere, ma qualunque gara deciderete di seguire, spero che lo spettacolo vi soddisfi.

A presto.

Lamps



martedì 25 giugno 2013

Monte Peglia e lago di Corbara

Ciao a tutti.

Dopo il viaggio della speranza raccontato la volta scorsa, sono qui oggi per il report di un giretto niente male che mi sono concesso sabato mattina.

Sarebbe stata una lunga giornata, quella di sabato 22 giugno 2013, perchè dopo una settimana di duro lavoro avrei dovuto affrontare, nel pomeriggio, un matrimonio con cena annessa.

Ovviamente ero molto felice del fatto che i miei amici si sposassero, e che mi avessero incluso nella lista delle persone che avrebbero voluto avere vicino nel loro giorno più bello, ma l'idea di vestirmi di tutto punto, con giacca e cravatta annesse, e di affrontare i 30°c abbondanti del week end appena passato un pochino mi preoccupava.

La mattina di sabato avevo deciso di concedermi un giro solitario in moto, al fine di rilassarmi e regalarmi un pò di tempo in sella alla mia lady di ferro, avevo quindi regolato la sveglia alle 6:45, ma grazie al caldo alle 6:20 ero già in piedi con una tazza di latte e caffè in mano; dopo essermi vestito con calma ed essere andato a fare il pieno, ero pronto per partire alle 7:00 in punto.


Era parecchio tempo che non percorrevo il monte Peglia, così decisi di affrontarlo costruendo l'itinerario che preferisco dei tanti possibili (per chi non fosse pratico della zona, il monte Peglia, detto anche "millecurve" o "università della moto"è un percorso motociclistico che si presta a molteplici interpretazioni, consentendo molte varianti sia di impegno che di lunghezza del percorso).

Dopo essermi incamminato lungo la Pievaiola, in direzione Città della Pieve e aver scaldato bene le gomme, sono uscito a Fontignano e, di lì a pochi metri, ho gitato a sinistra in direzione Marsciano; questo primo tratto di una trentina di km è caratterizzato da un asfalto non proprio perfetto e da un misto medio ottimo per sgranchirsi un pò in attesa del divertimento vero, e quando posso cerco sempre di percorrerlo.

Arrivato a Marsciano ho iniziato a seguire le indicazioni per San Venanzo, paese che alcuni credono sarà l'epicentro della fine del mondo (pure a Mistero l'hanno detto, quindi sarà vero...), ma che per ora si caratterizza per un bel panorama e delle splendide curve con un buon asfalto






Da San Venanzo ho continuato a salire lungo un tratto di misto stretto caratterizzato da un asfalto in condizioni piuttosto scarse che richiede molta attenzione; quindi niente piegoni, ma un paesaggio decisamente appagante.


Continuando a salire sono arrivato a Ospedaletto, che ci ricorda che stiamo salendo.


Da qui fino alla sosta colazione tutta goduria, un misto veloce stupendo e un asfalto discreto mi hanno accompagnato fino a Prodo, paesino in cima al monte dove si trova un bar che è il punto d'incontro di tutti noi centauri durante i weekend; unico neo, l'asfalto a volte risulta un pò sporco di terriccio.


Arrivato a Prodo verso le 8:00, mi sono fermato a fare colazione, ho chiamato la mia fidanzata e mi sono goduto un pò la pace e il panorama, a quell'ora infatti non c'erano altri motociclisti (mi sa che la gente normale ha altri ritmi, ma vabbè), e dopo aver fatto una fotina alla piccola mi sono rimesso in marcia verso Orvieto.

Questo tratto di strada copre una quindicina di km di curve in discesa molto guidabili e con un buon asfalto.

Giunto a Orvieto ho girato a sinistra verso il Lago di Corbara, e il mio sorriso ha iniziato ad allargarsi...
Si perchè la strada che costeggia il lago è un misto veloce stupendo, con un asfalto tutto sommato buono e che consente di godere appieno del mezzo, ed è la classica strada che ti permette di tirare il collo al mezzo oppure di passeggiare godendosi il paesaggio.

Io ho fatto un pò di entrambi, ma solo per voi...





Andando verso Todi poi ho deciso di rifare il Peglia al contrario, quindi ho seguito l'uscita per Colonnetta e ho iniziato a risalire la montagna dal lato opposto a quello fatto all'andata, ovvero un misto stretto - veloce in salita con un asfalto così così, che però è comunque una goduria da percorrere.

Arrivato di nuovo al bar in cima al monte (erano ormai le 9:45), ho fatto la seconda colazione chiacchierando con alcuni dei motociclisti che intanto avevano iniziato a fare i loro giretti, e verso le 10:00 mi sono rimesso in marcia, rifacendo il primo tratto che vi ho descritto, ma al contrario; e fermandomi a fotografare le antenne della RAI, che qui mise i suoi primissimi ripetitori per far arrivare il suo segnale al centro Italia.






Quindi, dopo essere arrivato di nuovo a Marsciano sono rientrato a Perugia e da lì a casa verso le 11:00, e dopo una doccia e un pò di riposo mi sono di nuovo vestito con calma, ma stavolta per il matrimonio; e allacciato la camicia, annodato la cravatta e messo la giacca (che non avrei più tolto per 7 ore), sono salito in auto per andare a prendere la mia fidanzata, già stanco ma decisamente soddisfatto....

Il matrimonio comunque è andato benone.

Lamps

mercoledì 19 giugno 2013

Era meglio quando era peggio?

Ciao a tutti.

I tempi cambiano, noi invecchiamo e la tecnologia fa ogni giorno passi da gigante, rendendo le nostre vite sempre un pò più sicure, un pò più sotto controllo e un pò più tranquille; ma anche un pò più noiose e prevedibili.

Aziende, ingegneri, inventori e stregoni si adoperano ogni giorno per infarcire oggetti che usiamo da secoli con sistemi di controllo elettronici e computerizzati sempre più potenti e a prova di idiota, impedendoci in certi casi di sbagliare anche se lo vogliamo; e nessun ambito della nostra esistenza ne è immune.

Men che meno il mondo delle moto.

Anzi è proprio nel campo dei motori in generale, e delle moto in particolare, che negli ultimi anni le case hanno fatto i passi maggiori, rendendo le nostre amate lady di ferro mezzi potentissimi, con cilindrate e cavallerie che qualche anno fa sarebbero appartenute a delle Superbike, ma imbrigliandole per forza di cose in un'elettronica sempre più invadente ed evoluta, che permettesse agli utenti di tenere a bada tutta quella (troppa) prestanza senza timori reverenziali.

Ogni moto uscita negli ultimi 2 o 3 anni si porta dietro un codazzo di sigle manco fosse un Jet da guerra, e acronimi come DTC, ESA, DTC, APRC, DDA, DRC, CCCP, TTTK, PCI, PDL.... (no scusate mi sono fatto prendere la mano), sono oramai entrate nel gergo comune dei motociclisti, e per alcuni (quasi tutti) rappresentano un must da avere assolutamente.

E qui entra in gioco il nostro narcisismo (in particolare quello di noi maschietti), che ci porta a considerare indispensabili gadget e ammennicoli che saranno sicuramente utili e in grado di salvarci la vita (e neanche tutti), ma che fino a poco tempo fa non esistevano e i viaggi e le uscite si facevano lo stesso, ma non esistendo non potevamo vantarcene al bar...

Ed è qui che salta fuori l'inghippo.

Si perchè tutti questi sistemi di sicurezza attiva e passiva stanno progressivamente rendendo le moto sempre più facili da guidare e da gestire, nonostante potenze da capogiro, ma allo stesso tempo stanno rendendo le nuove generazioni di motociclisti sempre meno capaci di gestire un eventuale malfunzionamento o imprevisto, perchè troppo sicuri che il mezzo sia in grado di correggere i loro errori.

Con questo non voglio passare per un tradizionalista, uno di quelli che era meglio quando le moto erano a carburatori e bisognava girare con il fil di ferro e il nastro americano, e che affermano convinti che l'ABS è da checche perchè se hai il manico non serve; queste sono solo scemenze da bar che non mi hanno mai convinto, però è anche vero che leggendo prove di moto recenti e vedendo un pò chi è l'acquirente medio di questi prodigi della tecnica qualche domanda me la sono posta.

Il fatto è che i giovani, causa costi assicurativi, carburante e bollo, non sono più una fetta di mercato appetibile, quindi l'offerta si è spostata su quella fascia di utenti in grado di comprare e mantenere un mezzo che in un'ottica di economia famigliare è quasi sempre considerato un lusso; e questa fascia di mercato è ampiamente sopra i 40 anni, e quasi sempre sono motociclisti di ritorno o ex scooteristi che decidono di fare il grande passo, ma non hanno esperienza.

Ed è qui che entrano in gioco le case motociclistiche, fornendo mezzi che appaghino l'occhio, che facciano fare bella figura al bar e che siano potenti e performanti, ma in modo rassicurante; e qui tutti i giochini elettronici fanno un doppio lavoro, danno argomenti con gli amici all'acquirente e rendono un mezzo altrimenti ingestibile molto più friendly e facile.

Anche troppo.

Perchè poi ti ritrovi questi motociclanti di ultima generazione che ti sorpassano in curva la domenica mattina con manovre quantomeno discutibili, a bordo di bolidi da 1000 cc in su, che piegano e raddrizzano e frenano e staccano senza una logica perchè tanto il lavoro sporco glielo fanno i gadget; almeno fino alla volta in cui non faranno troppe cazzate tutte insieme, e neanche l'elettronica sarà in grado di metterci una pezza.

Ed era qui che volevo arrivare, anche se mi sono dilungato troppo.

La moto è un oggetto bellissimo e pericoloso, che bisogna imparare ad amare e rispettare allo stesso tempo, perchè le due cose vanno di pari passo e si alimentano a vicenda.
Se non si impara a temerla si rischia di sottovalutarla, e la mia paura è che tutti quelli che iniziano ad andare in moto in sella a mezzi troppo potenti ed evoluti rischiano di non imparare a rispettarla a dovere, convinti che i loro optional, pagati a caro prezzo, li trarranno sempre d'impaccio, ma purtroppo non è così.

Ma il progresso non si ferma, e in fondo è giusto così, quindi dovremo rassegnarci a mezzi sempre più potenti ma gestibili, veloci ma rassicuranti, adrenalinici sulla carta e un pò meno sulla strada; e a piloti sempre più sicuri di se ma meno sicuri in sella.

E voi che ne pensate?

Siete fan sfegatati della tecnologia o preferite la vecchia scuola?

Troppi gadget tolgono il gusto o i non sono mai abbastanza?

Rispondete e fatemi sapere la  vostra opinione, che come sempre è fondamentale.

Lamps.








lunedì 17 giugno 2013

Non c'è due senza tre

Ciao a tutti.

Questo weekend ho preso moto e fidanzata e sono andato al mare due giorni, e per fortuna ho trovato bel tempo (finalmente), belle strade (il Monte Peglia fa sempre la sua parte) e i miei amici di una vita (quelli con cui sei cresciuto, ma solo anagraficamente, perchè quando sei con loro hai sempre 15 anni).

Mi ci voleva proprio un pò di relax, e anche se poi non è che mi sia proprio riposato, ho passato un fine settimana bellissimo, in compagnia della ragazza che amo, degli amici storici e della mia famiglia.

E anche della moto ovviamente.

Domenica abbiamo passato l'intera giornata in spiaggia, abbiamo pranzato sotto la veranda dello stabilimento balneare ridendo e chiacchierando, poi intorno alle 13:45 abbiamo visto tutti i mariti, i nonni e i ragazzi alzarsi da dove si trovavano per andare a posizionarsi davanti alla TV interna; per un attimo non ci avevo nemmeno pensato, poi mi sono ricordato!!!

INIZIA LA MOTO GP!!!!

Mi sono alzato e sono corso ad accaparrarmi un posto abbastanza vicino alla tv che mi consentisse di sentire anche un pochino di telecronaca, e non solo i commenti tecnici degli astanti, seppur di altissima qualità!!!

Parte la gara, Lorenzo si mette davanti a Pedrosa e Marquez e ci rimane tutta la gara, i due della Honda provano ad infastidirlo, ma l'unica emozione come al solito ce la regala il giovanissimo numero 93, che al penultimo giro si gioca l'ennesimo jolly della stagione rischiando di tamponare Camomillo e rimanendo miracolosamente (ma qui i miracoli stanno diventando troppi, mi sa che ci fa apposta) in sella e arrivando terzo, sempre sorridente ovviamente.

Rossi, dopo l'uscita causa scivolata di Crutchlow fa quarto gareggiando contro se stesso, ma tenendo comunque un buon passo, che però ormai non basta più.

Tutti gli altri fanno colore e la Ducati di Dovizioso si becca più di 30 secondi dal primo, segno che forse qualche problemino ancora ce l'hanno.

Ma l'avvenimento che ha tenuto banco durante e dopo la gara è stata l'ennesima scivolata di Bautista, che ha rischiato seriamente di atterrare di nuovo Rossi, cercando di chiudere una curva a sinistra in modo decisamente arrembante.

Lì per lì tutti hanno commentato dicendo quanto fosse stato incosciente e ingenuo, e che quella (esattamente come due settimane prima) era stata una manovra inutile e pericolosa, e che la direzione di gara avrebbe dovuto prendere dei provvedimenti.

A fine gara tutti i piloti intervistati hanno confermato quanto detto dai cronisti, ma con toni pacati e senza esporsi troppo, cosa che invece non ha fatto Valentino.

Il 46 infatti, quando è stato interpellato riguardo alla manovra di Bautista, ha cambiato faccia e ha sparato a zero sul collega, dandogli (neanche tanto) velatamente del coglione, e dicendogli che se non ha il passo dei primi se ne deve stare buono e non rischiare di ammazzare la gente, che tanto rimane comunque una mezza sega.

Ora, io ammetto di essere assolutamente pro-Rossi, ma secondo me ha ragione da vendere.

Bautista in carriera ha abbattuto più gente di un cecchino in Iraq, e ormai ha trent'anni, un  pò troppi per parlare di foga giovanile, e in più sembra totalmente incapace di analizzare e di imparare dai propri errori.

Poi è vero che si corre in moto, che è uno sport maschio e che altrimenti c'è la danza classica, ma un conto è fare a sportellate cercando di avere la meglio sul tuo avversario, un conto è cercare di fare lo spadaccino e tirare giù uno che sta facendo la sua traiettoria e non può neanche vederti arrivare, e non sta in piedi neanche la storia che se parti in prima fila quei problemi non ce li hai, perchè lo scorso anno tutti volevano la testa di Simoncelli (giustamente secondo me) dopo che aveva tirato giù Pedrosa, e non mi pare che stessero battagliando per il sesto posto...

Il motociclismo è uno sport pericoloso, e ogni domenica ci sono centinaia di cose che possono andare storte ed esserti fatali, mi sembra assurdo dover aggiungere a queste l'incompetenza di un pilota che nel tempo ha ampiamente dimostrato di non reggere la pressione della MotoGP.

Voi la pensate diversamente o siete del mio stesso avviso?

Fatemi capire se la mia ammirazione per il 46 offusca il mio giudizio o se sono ancora in grado di essere obiettivo.

Lamps




giovedì 13 giugno 2013

Il nemico naturale

Ciao a tutti.

Vi ricordate i documentari degli anni 80, quelli in cui Piero Angela, con innegabile stile e semplicità erudiva e plasmava le nostre giovani menti insegnandoci tutto quello che c'era da sapere sul mondo della natura?

A me piacevano da matti, e una delle cose che ricordo come fosse ieri è quando il compianto Piero asseriva che non importa quanto forte e veloce sia un animale, o quanto in alto si trovi nella catena alimentare; ogni essere vivente su questo pianeta ha un nemico naturale.

E questo vale per ogni essere vivente, dalle piante agli insetti, dagli erbivori fino ai più feroci carnivori fino ad arrivare all'uomo, che avendo eliminato tutti i suoi nemici naturali per mezzo di armi e utensili, ha pensato bene di prendersela con i suoi stessi simili, inventando la guerra.

Ma non siamo qui per parlare di questo, mi serviva solo l'aggancio per affrontare il tema di oggi che è appunto quello del nemico naturale di noi motociclisti; ovvero quella categoria di utenti della strada che rappresentano la minaccia più grande per noi amanti delle due ruote e della libertà, e che hanno il potere di rovinarci una gita oppure metterci fisicamente in pericolo con le loro manovre al limite della fisica.

Avete capito di chi sto parlando?

Si, proprio loro.

I CAMPERISTI.

Il comperista è quel soggetto, solitamente di età compresa tra i 40 e i 60 anni, con moglie e almeno 2 figli, un lavoro stabile e un giro vita decisamente troppo ampio, che adora guidare in canotta ascoltando musica discutibile e piazzandosi in strada (qualunque strada) ad una velocità compresa tra i 60 e i 70 km/h (perchè se no consuma troppo), rendendo la vita impossibile a tutti quelli che si trovano dietro di lui.
Il camperista ama godere dei paesaggi, che riesce a gustarsi grazie alla sua guida da bradipo e ai suoi riflessi rallentati dall'eccesso di insulina nel sangue, ed è convinto di essere più furbo di tutti quelli che lo circondano, perchè lui e la sua famiglia mica buttano soldi in costosi alberghi e stabilimenti balneari, ma vivono in macchina e parcheggiano dove vogliono, mangiano e fanno i loro bisogni, poi ripartono.

Come le cavallette.

La cosa che non sopporto è che il camperista medio guida per 11 l'anno un'utilitaria, poi all'improvviso salta sulla sua casa su ruote e inizia a guidare convinto che le dimensioni siano le stesse, così te li ritrovi sulle provinciali tutte curve in salita che non ti fanno sorpassare perchè stanno troppo in mezzo alla strada, li vedi sbucare sulla tua corsia da qualche tornante cieco perchè hanno calcolato male la traiettoria e devono allargare, oppure si piazzano a 70 km/h su strade provnciali perfettamente dritte perchè se vanno più forte aumentano i consumi; il tutto con la presunzione che siccome loro hanno il mezzo più grosso devi stare attento tu.

Partendo dal presupposto che con i soldi di un camper ci vai in vacanza con tutta la famiglia per 20 anni, che comunque le piazzole di sosta attrezzate costano come un campeggio, che se devi andare a 70 km/h è meglio se stai a casa, e che secondo me per guidare quei mostri ci vorrebbe almeno la patente C; posso affermare con certezza che il camperista è il nemico naturale di noi motociclisti, una categoria di persone create da Dio (o chi per lui) per punire tutti quei motociclisti che ogni week end vanno a fare i fenomeni sulle strade aperte al traffico, provocando o rischiando di provocare incidenti inutili.

Quindi forse ce li meritiamo pure, ma che palle...

E voi che ne pensate?

Sono stato troppo severo?

C'è qualche attenuante che non ho considerato e che potrebbe rivalutarli ai miei occhi?

Come al solito, se volete, fatemi sapere.

Lamps





mercoledì 12 giugno 2013

Ulisse mi fa un baffo

Ciao a tutti.

Come promesso sono qui ad inaugurare una nuova sezione di questo blog, interamente dedicata ai miei e ai vostri viaggi, gite e giretti.
Qui posterò ogni volta che farò un giro o un viaggio che mi sembrerà giusto condividere con voi, e voi ovviamente potrete fare lo stesso, se ne avrete piacere.

Oggi però comincio io, e giustamente inizierò con un giro che non è andato esattamente come avrei sperato, ma in moto capita anche questo.

Ma andiamo con ordine.

Domenica mattina, 09/06/2013, alle 10:00 del mattino mi accingo a partire alla volta di Imola, dove devo seguire la gara di un mio cliente nonchè amico, che corre il TIA (Trofeo Italiano Amatori) e che si è affidato ai miei servigi per la preparazione atletica.



Parto da Perugia con un itinerario a prova di bomba, che prevede un breve tratto di superstrada che mi consenta di raggiungere Bibbiena, per iniziare poi a salire verso Poppi, da lì attaccare il Passo della Consuma fino a Pontassieve, raggiungere velocemente Documano e da lì attaccare il mitico Muraglione fino ad arrivare a Faenza, e proseguire poi tranquillamente fino all'autodromo di Imola.

Stupendo no? In massimo quattro ore (soste incluse) calcolo di arrivare a destinazione, fresco come una rosa e sazio di curve, ma come vedremo il destino mi riserverà parecchie sorprese...

Il primo tratto fino a Bibbiena scorre tranquillo e senza intoppi, e mi concedo anche una pausa caffè che mi svegli per bene.


Arrivato a Bibbiena però il meteo inizia a cambiare, e quella che sembrava una mite giornata di inizio estate si trasforma radicalmente, e quando arrivo a Poppi inizia a piovere, ma io sono organizzato, metto in fretta l'antipioggia e inizio a salire dal passo della Consuma, e la pioggia che fino a quel momento è stata leggera diventa decisamente torrenziale, e mi accompagna fino al rifugio del valico.


Arrivo in cima bagnato come un gatto, mi prendo un caffè, mi asciugo un pò e decido di ripartire, anche se il meteo non accenna a cambiare, ma sono già un pò in ritardo e vorrei arrivare abbastanza presto da vedere anche la gara del CIV, quindi riprendo la Consuma in direzione Pontassieve, ma dopo 2 km trovo la strada interrotta causa: GARA DI PROTOTIPI D'EPOCA IN SALITA!!!
Avete capito bene, vecchietti di ottant'anni che corrono in salita con auto prototipo degli anni 70, non ci volevo credere, ma i poliziotti mi ci fanno credere e mi deviano verso un posto dal nome profetico, Vallombrosa....

Da qui fino al mio arrivo ad Imola purtroppo non ho fatto foto, perchè è stato il viaggio più surreale della mia vita; la strada di Vallombrosa è una stradina di montagna a doppio senso ma stretta come una mulattiera, in mezzo ad un pioppeto bellissimo, ma che trasformava la pioggia di domenica in una cascata continua d'acqua, e la strada, di solito deserta, era trafficata in entrambi i sensi di marcia a causa della gara di auto sopra citata.
Dopo 30 km infiniti raggiungo Reggello (non mi chiedete dove sia, non l'ho ancora capito) e da lì in qualche modo riesco ad arrivare a Documano, che è il punto in cui inizia il Muraglione, e nel frattempo non piove neanche più; penso che la giornata si può ancora salvare, che il mio ritardo è ancora contenuto e che adesso inizia il divertimento, ma mi sbaglio.

Inizio a salire dal Muraglione, ma dopo 7 km trovo due transenne in mezzo alla strada e due vigili che mi fermano, si avvicinano e mi dicono: 
"oggi non si sale, c'è una gara di ciclismo, dove deve andare?", 
io: "autodromo di Imola", 
loro: "le conviene girare e prendere l'autostrada".

Per un attimo ho pensato di iniziare a piangere, poi ho raggiunto l'autostrada, e dopo 140 km di bestemmie silenziose dentro al casco sono arrivato all'autodromo alle 15:45; si, ci ho messo cinque ore e tre quarti.


Arrivato finalmente al camper mi asciugo, saluto tutti e mi scuso per il ritardo, faccio gli allungamenti al mio amico prima della gara e mi godo il magico mondo delle corse.










Almeno la gara riesco a godermela in tranquillità, il tempo regge e il mio cliente ottiene un buon risultato, anche se un pò stretto; alla fine della gara faccio quattro chiacchiere e verso le 17:45 mi rimetto in marcia con l'idea di tornare a casa il prima possibile, ma una volta partito il tempo si rimette miracolosamente e mentre guido in direzione del Verghereto questo è quello che mi ritrovo davanti.







Sentendomi un pò preso in giro raggiungo il Verghereto e mi metto in marcia verso Perugia, ma lo giornata non poteva finire così; su una piazzola vedo un mucchio di moto ferme, poi vedo una paletta, e attaccato alla paletta un carabiniere, una pattuglia aveva fermato una ventina di moto (tutte quelle che passavano) e stava controllando documenti, scarichi, portatarga ecc. ecc.
Dopo altri venti minuti di perdita di tempo (tanto la giornata è andata alla grande) riesco a ripartire cercando di arrivare il prima possibile, ma all'uscita di Gubbio mi assale un raptus, posso ancora salvare la giornata!!
Esco all'uscita e mi faccio le curve che portano a Gubbio, arrivo alla Contessa e giro a destra per risbucare a Olmo, e lì finalmente riprendere la strada di casa con un minimo di soddisfazione...

Rientro a casa all 21:15, dopo 666 km esatti di strada e una marea di contrattempi, ma in fondo quando si viaggia in moto il contrattempo è come un compagno di viaggio; solo che con tutti quelli che ho avuto domenica potevo riempire un pullmino!!!

E voi avete mai avuto viaggi iniziati e finiti sotto una cattiva stella? Se si raccontatemeli, quantomeno per farmi sentire meno sfigato!
Vi prego.

Lamps